Da diversi anni (dal 2014) si parla molto del “nuovo” progetto che coinvolgerà non solo la città di Crotone, ma anche i vari comuni della Provincia. Parlo di ItineRari, un’associazione senza scopo di lucro formata dall’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, Confindustria e Confcommercio. Un ibrido strano, che si pone come obiettivo quello di valorizzare i percorsi storico-culturali-religiosi della provincia, e di creare una rete attiva capace di valorizzare il territorio.
Nel Giugno 2015 vennero installati i primi tre totem interattivi nella città di Crotone, mentre nel Giugno di quest’anno verranno installati i primi totem a Isola Capo Rizzuto. In questo modo, Crotone diventerà una smart city. Davvero? Ovviamente no. Nonostante la “vasta partecipazione” al progetto (hanno aderito molti enti e privati), si ricade nel vecchio e superato concetto della promozione del noto. La Confcommercio ci ha messo alcuni dei suoi associati, la Confindustria quel che può. Questa è l’unica differenza rispetto ai numerosi portali e progetti di promozione turistica del territorio, tutti caduti in disuso subito dopo l’anno di presentazione.
Oltre ad ItineRari infatti, c’è anche il portale (brutticello) KrotonTour, mentre dall’anno scorso c’è ViviCrotone, partito con una bella campagna pubblicitaria, e l’affidamento al servizio ViaggiArt. Tanti portali, tutti con qualche problema di fondo: iniziano e finiscono la loro promozione alle solite cose, limitandosi a Crotone ed ai suoi dintorni, escludendo quasi sempre tutti gli altri comuni. Anziché apportare cose nuove, si limitano (volutamente) alle principali.
Il dubbio è che sia solo un bel modo per incassare i fondi Europei, facendo finta di fare promozione locale e di promuovere il turismo.
Ma torniamo a ItineRari. Perché non è una buona idea? Partiamo dalla base: il servizio vorrebbe essere un hub per Crotone e dintorni, un database di attività commerciali, erogatori di servizi, ma anche liberi professionisti. Non è solo dunque una promozione locale, ma più che altro è una vetrina informativa (e, volendo fare i puristi, questa costituisce già una prima falla). L’associazione permette di associarsi pagando un canone annuo per essere sponsorizzati sul sito, tuttavia la presenza di attività non è poi così elevata a due anni dal lancio.
Il portale è ben fatto, ma molto scarno. Non è disponibile una versione in un altra lingua, il che è di per se già un grosso limite, che fa inquadrare il tutto come circuito economico. Nello shop online si trovano solo delle bottiglie di vino, piuttosto care, di una sola casa produttrice. Stessa cosa nella sezione booking, dato che si può prenotare solo qualche attività a Le Castella. Totale assenza dei paesi di montagna e della presila, ridotti a minime descrizioni nel sito, nonostante le intese con varie associazioni ed enti.
L’elemento più interessante del progetto però sono i totem informativi. Attualmente a Crotone ve ne sono installati 5, e se ne prevedono altri, anche in altri paesi. Il totem in sostanza non è altro che un cartellone informativo, simile a tutti quelli visti nel corso degli anni, con una sola aggiunta: dei codici QR che rimandano al sito ItineRari. Questo è il contenuto tecnologico che basta a fregiarci del titolo di Smart City?
Ovviamente no. Innanzitutto, il servizio è sempre fortemente indirizzato ad un utenza Italiana, dato che il codice QR in inglese è disponibile solo per la descrizione dell’attrazione, e non per i servizi annessi, che sono solo in Italiano. In secondo luogo, quale cittadino straniero arriva pronto a consumare il suo traffico dati? Per il totale annullamento del roaming dovremo aspettare ancora qualche anno, nel frattempo si dovrebbe quanto meno dotare i totem di un servizio wi-fi gratuito, pena il totale disinteresse. E appunto, quanti wifi open ci sono a Crotone? Due, entrambi sul lungomare, unico luogo dove ancora non ci sono i totem.
Poi c’è un ragionamento che accomuna un po’ tutti, ma che è stato paurosamente omesso: è più probabile che qualcuno si informi online prima di partire, su cosa vedere, dove mangiare e cose così. Lo facciamo tutti, prima di andare a Roma come a Londra, a New York o a Casabona. E lo facciamo per arrivare, in qualche modo, già pronti. E’ piacevole poi arrivare in varie città del mondo e trovare dei depliant informativi (quindi accessibili a tutti gratuitamente), ma fermatevi un secondo: se voi andaste a Parigi/Londra/Berlino/Barcellona ecc. da turisti per qualche giorno, usereste il vostro smartphone per scannerizzare un codice QR senza un wi-fi gratuito?
In genere è una cosa che non si fa. Perché i codici QR, così come l’NFC, sono due tecnologie pesantemente sopravvalutate. Nelle grandi città del mondo (io vi parlo da Londra) i codici QR sono caduti pesantemente in disuso, perché sono scomodi. E’ più facile uno shortlink, in fondo.
Insomma, ItineRari ha tutte le carte in regola per essere l’ennesima campagna fallimentare. Che poi, abbiamo visto essere non tanto un servizio di promozione locale, ma più che altro una sorta di associazionismo a fini economici, che spinge la fruizione di servizi e attività commerciali. Lecito e interessante, senza dubbio. Tuttavia, sarebbe stato meglio fare altro.
Qualche esempio? Mantenere UNA “ProLoco”, e non 4 portali ognuno a se stante, aggiornata e funzionale. Farla funzionare come centro non di associazione, ma di comunicazione: Hai un’attività? Svolgi un servizio estivo? Comunicacelo gratuitamente con una mail o una chiamata, noi ti segnaliamo e ti pubblicizziamo come possiamo. Renderla un vero hub provinciale, moderno e rapido, tramite il più semplice utilizzo di internet, in modo da fornire comunicazioni per tutti i paesi che svolgono attività interessanti, in modo da essere uno sportello per i turisti ed anche per i cittadini, per Crotone ma anche per la Provincia. Un solo servizio che incorpori tutto non tanto per fini commerciali, ma per veri fini promozionali.
Lungo tutto il Neto vi sono delle grotte rupestri, alcune antichissime, meta ogni anni di escursioni e trekking lungo percorsi di vari chilometri. Non vi è traccia di questo sul sito di ItineRari. E possiamo solo ipotizzare il perché, perché non c’è valorizzazione economica in ciò. ItineRari è questo, in fondo, un servizio nato con dei fondi Europei che deve giustificare il suo finanziamento.
Nulla di nuovo, ma sopratutto nulla di buono per la città.
Lascia un commento Annulla risposta