Da qualche giorno sui giornali locali si parla del “Caso Crotone” che ha coinvolto i vertici del PD locale e nazionale. E’ un mezzo casino, che magari passerà in sordina come evento minore, ma che apre un precedente sull’unico candidato a sindaco del Partito Democratico, Arturo Crugliano Pantisano.

La questione venne a galla già a Gennaio: chi presentare come candidato a sindaco del PD? Per molti, la scelta era ovvia, ed Arturino, come viene amorevolmente chiamato, venne identificato come candidato naturale del partito. In fondo, si sapeva già dalla scorsa estate. Un primo colpo viene esploso quando l’intera area della sinistra locale si oppone pubblicamente alle primarie, a differenza di quanto richiesto dalla direzione nazionale del partito. Insomma, mentre il PD nazionale chiede al gruppo locale di far votare agli iscritti chi identificare come candidato, questo si oppone, argomentando con una possibile frattura interna, che si potrebbe benissimamente evitare con un candidato condiviso. Un candidato su cui tutti convergono: Arturo.

Dopo settimane di travaglio, dubbi e incertezze, anche il PD Crotonese annunciò che si sarebbero svolte le primarie. Tra chi? Arturo e qualcun’altro, ovviamente. Questo qualcun’altro non è stato noto fino ai primi di Marzo, finché non uscì il nome di Anna Melillo. Sembrava andare tutto correttamente, e si vocifereva già di una palese vittoria di Arturino. Ma, all’improvviso, il 15 Marzo, ad un giorno dalla presentazione ufficiale dei candidati, la Melillo improvvisamente si ritira, lasciando campo libero al suo avversario. Qui esplode il vero e proprio caso: è stata una mossa politica maldestra, oppure è stata rispettata la volontà del PD locale? Il dubbio è lecito, dato che non si poteva sperare di far cadere Arturino. Rimane dunque lui l’unico candidato del Partito Democratico.

A quanto pare, a livello nazionale la cosa non è andata giù per più motivi, anche se il gruppo locale ha dalla sua parte le regole statuarie. A quanto si dice, si sarebbe preferito un accordo tra le sinistre ed i gruppi di centro (leggi la Sculco, ed il gruppo Prossima Crotone, che presenterà il suo candidato Mercoledì 23 Marzo). Sono dicerie, ma l’accordo tra i due gruppi sembrava molto più plausibile rispetto a questa ennesima rottura. E invece. Ora la frammentazione dei voti potrebbe essere rilevante, ma molto dipenderà dal candidato a sindaco dei vari movimenti del Chicco di Grano.

Non siamo tuttavia gli unici in Italia ad avere di questi problemi. Un caso decisamente simile, nonostante la differenza di partito, sta succedendo a Bologna con la candidatura di Massimo Bugani per il M5S, candidato eletto dal “partito” senza alcuna votazione popolare. Almeno li non hanno fatto finta di farle, le votazioni.

3 risposte a “Il “Caso Crotone” nel PD”

  1. […] tratta a tutti gli effetti di una farsa ben organizzata, un po’ come quando il PD crotonese pensò di organizzare delle false primarie per far eleggere Arturino. In quel caso alla fine non se ne fece nulla, mentre la farsa per […]

  2. […] di una cronica e perdurante atarassia, cristallizzato in vecchie logiche, vecchi modus operandi (ricordate il caso Melillo?) e, sopratutto, vecchie personalità. Se alla base dell’idea del PD c’era proprio il […]

  3. […] carte, e si è ridotto all’ultimo per trovare e presentare un candidato a sindaco, creando un caso nazionale. Dovremmo constatare che il Movimento 5 Stelle locale è più che mai frammentato, che già da […]