Il soprannome “Strada della morte” non le basta più. Adesso, la SS 106 (E90) potrà essere chiamata anche “Strada Morta“. E’ vero, è così già da un bel po’, ma nell’arco di appena un mese questa situazione non si è solo confermata, ma è andata anche peggiorando.
Dapprima, la notizia che i fondi stanziati a metà 2015 (poco meno di 1 miliardo di euro) per la realizzazione del 3° megalotto non verranno più garantiti, in quanto non basterebbero per realizzare l’opera. E poi, pochi giorni fa, la dichiarazione non poco contrariata dell’associazione Basta Vittime sulla 106, che ci informa che la proposta di istituire una commissione ministeriale sulla SS 106 è stata bocciata alla Camera, e ci fornisce un quadro di come abbiano votato i vari deputati Calabresi: 2 favorevoli, 12 contrari e 6 assenti. Si, leggete bene, anche i deputati del M5S hanno votato contro.
In poche parole, questo vuol dire che per la SS 106 i tempi si allungano ulteriormente. Ancora. Non vorrei tirargliela, ma si rischia di finire come con la A3, la Salerno-Reggio Calabria. L’associazione Basta Vittime Sulla 106 ci tiene a fare una giusta osservazione: consapevole che anche con i 20 voti dei deputati Calabresi la mozione sarebbe stata bocciata, è assurdo che proprio i deputati Calabresi abbiano votato contro. Di fatto, la 106 questa volta è stata colpita alla schiena. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima. Ma dimostra chiaramente l’interesse dei deputati alla tutela del territorio. Anzi, del proprio territorio, possiamo dire.
Mandiamo giù questa pillola con qualche informazione in più sulla Nuova 106, un sogno che si discute già dagli anni ’80 e che ogni tanto riesce fuori dal cassetto.
La Strada Statale 106 è la strada più lunga della Calabria, in quanto è lunga complessivamente 491 km, di cui ben 415 sono in Calabria. L’autostrada A3 invece, lunga complessivamente 493 km, copre “solo” 294 km del territorio regionale. La strada inizia a Reggio Calabria e termina a Taranto, e percorre tutto il litorale Jonico. Stando alla leggenda (simile in molte altre parti d’Italia), questa strada sarebbe stata definita per la prima volta dai Romani, che, insediatisi in varie parti d’Italia, costruirono i proverbiali collegamenti con la capitale dell’impero.
Durante il 2015, sono morte 22 persone per incidenti sulla strada, e nel solo mese di Gennaio 2016 si registra già una vittima, più di una dozzina di feriti. Secondo l’associazione Basta Vittime Sulla 106, le principali colpe di questi decessi sono da attribuire allo Stato, che non si dimostra interessato all’ammodernamento, ne tanto meno alla messa in sicurezza, della statale con (apparentemente) uno tra i più alti tassi di mortalità in Italia.
Nel 2001, a seguito dell’approvazione di un decreto ministeriale, la SS 106 entrò ufficialmente a far parte delle strade da ammodernare. L’ANAS iniziò i lavori in diverse parti della regione (nella Locride, ma anche nel Crotonese e nella Sibaritide), ma li terminò solo in Puglia ed in Basilicata. Attualmente, il nuovo tratto di SS 106, inizia a Taranto e termina poco prima di Roseto Capo Spulico. Stando al decreto, la 106 deve diventare una Strada Extraurbana Principale, quindi seconda solo all’Autostrada. Sono previste due carreggiate separate con unico senso di marcia a doppia corsia.
Una strada così grande si può realizzare negli spazi aperti. E nei tratti che attraversano i paesi? In questi casi, si stanno progettando delle varianti, come quella realizzata nella Locride, che fanno passare la strada “dietro” i vari paesi. Insomma, una vera e propria autostrada in miniatura, che presenterebbe numerosi svincoli per giungere ai vari paesi. Dove possibile invece, si manterrà lo stato attuale della strada, ammodernandolo ed adeguandolo.
Lo stato attuale dei lavori è abbastanza stagnante. Sono ultimati infatti: il tratto Pugliese (39 km), il tratto Lucano (37 km), il tratto Rocca Imperiale – Roseto Capo Spulico (15 km), il tratto Crotonese (per 8 km), il tratto Squillace – Simeri (22 km), il tratto Roccella Jonica – Sant’Ilario (24 km) ed il tratto Palizzi – Bova Marina (4 km). In totale, fanno 149 km circa. Per il resto, c’è da aspettare. Ed i tempi si allungano ulteriormente. I lavori di realizzazione sono divisi in 11 Megalotti (il 3°, per il quale è stato perso il finanziamento, riguarda il tratto Sibari – Roseto, 38 km), mentre quelli di adeguamento dei tratti esistenti in 3 Tronchi (uno nel Cosentino e due nel Crotonese). Ad ogni modo, va detto che i vari megalotti sono indipendenti l’uno dall’altro, e quindi possono essere costruiti separatamente e dopo collegati (come sta già avvenendo).
Facciamo adesso un piccolo focus sul Crotonese, dato che da anni viene fuori la storia della Nuova SS 106, recentemente ripresa anche dal sindaco di Petilia Policastro. Per “adesso”, nel Crotonese si realizzerà una nuova strada solo nella zona sud, precisamente dal bivio di Cutro fino a Botricello. Da li, la strada proseguirà separata dai paesi fino a Cropani, dove si congiungerà con il tratto Catanzarese già realizzato (quello Squillace – Sibari di cui vi parlavo sopra). Per quanto riguarda la zona nord della provincia invece, si prevede un’adeguamento della strada esistente (quella che passa quindi nei paesi), che verrà portata ad una larghezza complessiva di 10.5 metri da Gabella fino a Rossano (il costo dell’intervento nella provincia di Crotone è stimato in circa 350.000€). Questo non vuol dire che non verrà costruita la nuova infrastruttura: il Megalotto 9 infatti riguarda il tratto Crotone (Aeroporto) – Mandatoriccio, e prevede la costruzione di una nuova strada di circa 71 km, per una spesa stimata di circa 2.1 milioni di euro. Questo intervento è stato approvato, ed adesso va creato il progetto preliminare dell’opera, per questo non sappiamo ancora il percorso della nuova strada. Sappiamo invece il percorso che avrà dopo Cutro: per anni si è parlato di “tagliare” Isola Capo Rizzuto, e di costruire una nuova strada che si colleghi dal bivio di Cutro a Botricello o a Steccato, in modo da risparmiarsi i quasi 20 km di “angolo”. Nel progetto definitivo invece, non verrà creata una nuova strada che taglia Isola, ma verrà realizzata la nuova infrastruttura seguendo il percorso attuale della strada. Un notevole risparmio di denaro.
Aumentiamo adesso lo zoom su Crotone. Sappiamo per certo che l’attuale SS 106 verrà ammodernata (sia il tratto Gabella – Cantorato – Bucchi, sia il tratto di Poggio Pudano), e sappiamo anche che, probabilmente, verrà costruita una nuova strada. Possiamo solo ipotizzare dove passerà: c’è chi pensa che, dalla zona di Sant’Anna, verrà costruita una strada che passerà dietro il Piano di San Biagio (il colle che si trova al fianco di Poggio Pudano), quindi vicino a Papanice e Apriglianello, e si collegherà al tratto già costruito in località Passo Vecchio. C’è chi invece ipotizza che il nuovo tratto si distaccherà nei pressi del cavalcavia nord (quello delle fabbriche), per collegarsi alla strada a doppia corsia creata in località Vela (i terreni Galluccio e Morelli, attualmente interessanti sia dalla bonifica che dal progetto Antica Kroton, affianco le vecchie fabbriche), e che quindi passerà “dietro” l’area industriale per collegarsi al pezzo già costruito. E poi? Come si farà da li fino al Neto? E dopo? Probabilmente fino al Neto verrà adeguata l’attuale strada, compreso il ponte. Ma prima di sbilanciarsi, è meglio aspettare il progetto preliminare.
Allo stato attuale, la SS 106 è una strada vecchia, che necessità di questi interventi. Non di una rinfrescata, ma di un vero e proprio ammodernamento. Possiamo dire con certezza e senza dubbio che i numerosi ritardi accumulati negli anni sono dovuti esclusivamente alla classe politica, locale e nazionale. Al menefreghismo che hanno dimostrato sindaci, consiglieri, parlamentari, deputati. Ma anche rottamatori, giustizieri e pagliacci vari. Mentre c’è gente che lotta e protesta sempre, costantemente, come quei cittadini dell’associazione Basta Vittime Sulla 106, ma anche come Ferdinando Amoruso (che l’anno scorso si è guadagnato il soprannome “Il Rambo della 106“), che da anni si sbatte per non far cadere nel dimenticatoio la situazione della strada. Il tutto, ahimé, nell’indifferenza degli stessi deputati Calabresi, che dovrebbero essere in prima linea, e invece fanno altri interessi.
La SS 106 è detta “Strada della Morte“. Ora, rischia di morire anche lei, appresso a questi comportamenti. C’è bisogno di più consapevolezza su questa infrastruttura, fondamentale per la regione, e sui meccanismi che regolano la sua vita. E, di convesso, la vita di tutta la fascia Jonica. Perché ritardare ulteriormente questi lavori, vuol dire ritardare, ancora, le possibilità di sviluppo della nostra terra. E poco importa che i soldi riguardino il megalotto 3, o quello 9 o quello 5: tutti i lavoro sono fondamentali per tutti! Non è che se finiamo prima degli altri vinciamo qualcosa: se poi non c’è il collegamento al resto d’Italia, che te ne fai? Perdere un finanziamento per Sibari, come per Locri, è disastroso per tutto il resto della tratta.
Bisogna essere uniti in questa causa. Anzi, bisognerebbe. Perché questo è l’ennesimo diritto che ci viene negato.
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