Dopo l’ennesima prolungata mancanza d’acqua in città, dovuta ad una serie di contenziosi tra due società che si occupano di distribuzione idrica (Sorical e Soakro), il sindaco di Crotone Peppino Vallone, con fascia tricolore e giunta comunale a seguito, ha deciso, letteralmente, di far sfondare la porta del serbatoio di Vescovatello Alto, in modo da ripristinare il corretto flusso idrico. La città era nuovamente a secco da 2 giorni, nonostante l’accordo raggiunto mesi addietro tra le due società. Al momento della forzatura, era presente anche il responsabile di zona di Sorical, che non ha impedito il gesto ma ha annunciato che la società sporgerà una denuncia formale.

Il problema va avanti da tempo, e praticamente con le stesse modalità: sostanzialmente, la Sorical è l’ente regionale che gestisce l’erogazione dell’acqua a tutte e 5 le province Calabresi, mentre la Soakro è l’ente che gestisce la distribuzione per quanto riguarda la provincia di Crotone. Quest’ultima dunque, per avere letteralmente l’acqua nei tubi, deve pagare la distribuzione a Sorical. Il contenzioso nasce qualche anno fa, quando la Soakro accusò la Sorical di aver alzato troppo il costo dell’acqua, annunciando che avrebbe continuato a pagare seguendo il vecchio “prezzo”. Siamo arrivati al punto che la Soakro deve, formalmente, diversi milioni di euro alla Sorical, che puntualmente si trova a bloccare la fornitura dell’acqua quando questa raggiunge l’importo versato.

È più facile con un esempio: il mio consumo mensile d’acqua è di 150€, ma io ne pago solo 100€. Un privato potrebbe vedersi piombato il contatore per questo, ma per la grande distribuzione non funziona così, sopratutto per l’acqua. Il flusso viene lasciato aperto finché l’acqua versata non corrisponde al denaro ricevuto. A consumo, potremmo dire.

Andando a controllare bene, si può scoprire che nel 2012 la Corte dei Conti ha condannato la Sorical proprio per i suoi prezzi maggiorati. Tuttavia, si trattava di un errore di conversione, a quanto pare risolto a seguito della segnalazione. L’unica responsabile, a voce di tutti, è la Soakro, che continua a rifiutarsi di pagare il conto per intero. Si potrebbe aprire una discussione enorme sul costo dell’acqua, su queste società pubbliche-private, e sopratutto se il comportamento della Sorical possa davvero considerarsi una forma di tutela e non di abuso, il problema è che nel frattempo, come al solito, è la cittadinanza a restare senza acqua. Con tutti i disagi che ne conseguono.

Il gesto dell’andare a sfondare la porta è un messaggio forte, nei suoi limiti. Nel senso che il Comune ha formalmente informato l’ente, che era anche presente al momento del fatto. Andava fatto. La priorità, prima degli interessi economici, devono essere sempre i cittadini. È vero, la Sorical ha un grande credito nei confronti di Soakro, ma questi problemi non dovrebbero mai ricadere sulla popolazione. E lo si è detto e ridetto, all’infinito.

Adesso in città c’è l’acqua. Ci si può lavare, si può cucinare, e così via. Ma il problema resta: la situazione economica è critica per entrambi gli enti, che continuano a scambiarsi accuse e colpe. Molti Comuni della provincia hanno attacco la Soakro negli ultimi mesi, a seguito di episodi di malagestione. Alcuni hanno avanzato l’ipotesi di non servirsi più del gestore provinciale per l’approviggionamento dell’acqua, ma di fornirsi direttamente “alla fonte”, per avere meno problemi.

C’è da aspettarsi una nuova serie di carenze idriche in futuro. Speriamo che ci sia un’irruzione ai serbatoi, di volta in volta.

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