Sarà pur vero che tra generazioni diverse c’è un diverso modo di comunicare, tuttavia i giri di parole non hanno età. E mi chiedo perché sia, ancora oggi, necessario complicare una frase, semplice e di facile comprensione. L’oggetto di discussione con diversi amici è l’annuncio dato dal Comune di Crotone, che intitolerà una piazza ad Enrico Berlinguer, ed una via a Visconte Frontera (ex sindaco PSI di Crotone). La discussione non è stata (dapprima) sugli stravolgimenti toponomastici, ma sul modo in cui il Comune ha dato l’annuncio. Per capirci, ecco quanto scritto:


La piazza intitolata a colui è stato segretario del Partito Comunista dal 1972 fino alla sua morte avvenuta a Padova l’11 giugno 1984 mentre teneva un comizio è ubicata tra la fine di Via Cristoforo Colombo e l’inizio di Viale Gramsci.


Via Fronterà sorgerà in un tratto della già Via Carrara, compreso tra Via Roma sino a Corso Mazzini.

Ora… vivendo tutti in città, le strade le conosciamo, e quindi abbiamo capito dove verrà cambiata la toponomastica. Ma, dico, non era più facile riassumere dicendo “Piazza Gramsci diventerà Piazza Berlinguer” e “Via Carrara diventerà Via Frontera“? Senza contare che Via Frontera non sorge “in un tratto” di Via Carrara, ma la sostituisce completamente, dato che il prolungamento oltre Corso Mazzini è Via Vecchia Carrara.

Non per essere rompipalle, ma questi giri di parole sembrano fatti apposta. La comunicazione con i cittadini dovrebbe essere quanto di più semplice possibile, in modo da non lasciare dubbi o fraintendimenti. Vuoi allungare il brodo? Fallo pure, ma scrivi chiaramente quali sono le modifiche e chi/cosa andranno ad interessare.

Per il resto, ben vengano queste due modifiche, anche se Piazza Gramsci

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