Se anche voi siete alla continua ricerca di sistemi operativi inusuali da provare sul vostro bel pc, o magari degli avidi collezionisti di file .iso, devo subito calmare i vostri bollenti spiriti. A dispetto del nome, non abbiamo nessun sistema operativo tra le mani. Nonostante ciò, ha suscitato interesse l’iniziativa del “Sistema Operativo 5 Stelle“, creato e (poco) pubblicizzato dallo stesso movimento politico. Una notizia certamente curiosa.
L’intento del movimento è fondamentalmente buono: fornire a tutti una piattaforma dove poter esprimere le proprie opinioni, dove poter votare cosa far proporre o meno al movimento, prendere delle decisioni e consultare i testi di legge che si vorrebbero proporre o che sono stati già proposti. Ma come al solito, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.
Il M5S ci ha già abituato a degli exploit tecnologici. Il più riuscito è sicuramente la diretta web, o il caricamento dei contenuti multimediali su siti, blog, social network e quant’altro. È poco, ma sicuramente molto di più rispetto all’attuale classe politica appesa a telegiornali e quotidiani. È stato anche il primo movimento politico ad usare la rete come punto di incontro nazionale, e sopratutto di propaganda. Il tutto, utilizzando strumenti già disponibili alla collettività, ed accessibili facilmente a tutti. L’uso dei social netwok è, attualmente, l’arma migliore per ricevere e condividere informazioni con più persone possibili. Non è il massimo, ma tant’è.
Eppure, ogni tanto qualche utente si incapunisce e partorisce concetti diabolici come La Cosa, di cui mi ero già occupato diverso tempo fa. Ok, l’idea può starci, ma è decisamente poco pratica. Se si vuole raggiungere più gente possibile, ha senso dover dotare tutte queste persone di un apparato specifico? Quando la maggior parte degli Italiani ha già accesso ad internet tramite un computer o uno smartphone? La risposta è ovvia.
La stessa cosa vale per questo presunto Sistema Operativo. L’idea è lodevole, davvero. Ma richiede un gran lavoro di sviluppo dietro. Un’applicazione web non è quello che vediamo nel nostro browser. È tutta una serie di codici che hanno un compito specifico, come prevedere tutte le possibili azioni del navigatore. Un fottio di if e di when. E non pensate che finisca qui. Dopo aver creato il motore, va creato tutto il resto. Un comparto per la sicurezza, quanto meno per non far viaggiare i dati in chiaro. Una sorta di tutela dei dati dell’utente (fattore importantissimo), che deve fornire dei suoi dati personali, fattibile attraverso determinati certificati. Vanno fatti centinaia di test sulla sicurezza, utilizzando moltissimi exploit e script reperibili in rete.
Ovviamente, va utilizzato un signor database per gestire gli utenti, i loro dati, per creare uno storico. Va impostato un buon piano di backup e di disaster recovery, il db va ottimizzato, i vacuum vanno pianificati in base ad una attenta analisi dell’utilizzo ecc… Ed ovviamente, il db va creato con una logica. Poi c’è il comparto hardware che influisce anche notevolmente sulle prestazioni dell’applicativo, la banda, il traffico, la sede dell’hosting… Ed infine, c’è la parte grafica, perché anche l’occhio vuole la sua parte, ma non solo, l’applicazione deve essere pratica ed intuitiva. Sopratutto a molte persone che hanno un concetto di Internet che si limita a Facebook.
Come potete capire, per fare una cosa quantomeno seria, serve parecchio lavoro. E parecchio tempo. E non poco denaro. Non sto dicendo che tra tutti gli iscritti al M5S non ce ne sia uno in grado di fare una cosa del genere, assolutamente! Ne tantomeno sto dicendo che una situazione non ottimale debba per forza non funzionare. No. Il punto è un altro. Ed è lo stesso dell’altra volta.
Se si vuole proporre qualcosa di immediato e di semplice, anche all’utilizzatore finale, ha senso avviare e lanciare così frettolosamente un progetto di questa portata? Consapevoli che la massima “Roma non è stata creata in un giorno” è una delle verità assolute, ha senso voler bruciare tutte le tappe? Non credo. Sopratutto se il prodotto finale è ancora acerbo e in fase di sperimentazione. Come detto sopra, la rete non si limita solo a Facebook. Esistono migliaia e migliaia di servizi che permettono, in modo più o meno rapido, di ottenere quello che si vuole. Esistono tante altre vie se si vuole fare qualcosa di semplice. L’autarchia informatica è un bel traguardo, ed è fattibilissima. Ma con il doveroso investimento di tempo e denaro.
Il progetto è, per ora, caduto nel dimenticatoio… numerosi problemi versante utente, di autenticazione e certificazione, e difficoltà anche a raggiungere la pagina! Per ora tutto tace. Nessuno sa più nulla di questa titanica impresa. Personalmente, spero che M5S sia in grado di creare una struttura a se stante perfettamente funzionante. Non sarebbe affatto male, e sarebbe un enorme passo in avanti per l’immagine tecnologica del paese, ferma da sempre all’utilizzatore passivo.
Quello che non mi piace proprio, è la fretta. La gatta presciarola ha fatto i figli ciechi, ed è questa la fine che hanno fatto, per ora, tutti i progetti informatici iniziati dal M5S. Non hanno avuto ne capo ne coda, giusto un po’ di risonanza qua e la. Ma poi nulla di fatto. Senza contare lo stupore da quindicenne per ogni affermazione o riferimento fatto ad internet, o per ogni “innovazione” venuta alla luce. Bisogna saper distinguere le vere innovazioni dalle ciarlatanerie a buon mercato.
La grinta del M5S è invidiabile. C’è bisogno però che sia canalizzata nella direzione giusta. Altrimenti, non avremo mai nessuna vera innovazione. Ma solo parole.
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