Seguendo la SP49, in direzione Capo Colonna, all’ultima piazzetta bel vedere prima del rettilineo, troviamo un basamento ritenuto “santo”. Questa piccola struttura, di fattura recente, è un semplice piano di cemento. Ogni anno, durante il pellegrinaggio della Madonna di Capo Colonna (e non solo in quella occasione) tutti i passanti si adoperano di trovare un sasso, una pietra più o meno grande e simili, per poggiarli sul basamento.
Si tratta di un gesto votivo. In questa foto, presa da Street View, il piano appare vuoto. Ma solitamente, sopratutto nei periodi estivi (con più gente che “passeggia” sulla strada), il piano si riempe di offerte. E’ chiaramente un gesto religioso, ma mi sono sempre chiesto il perché di questa usanza. Perché proprio su questo basamento? Perché bisogna metterci dei sassi? Perché si trova proprio qui, su questa strada?
Esistono varie leggende a riguardo. La più diffusa, parla di un pozzo dedicato a Sant’Anna, che si troverebbe proprio sotto quel basamento. Si dice anche che Maria si fermò a riposare in quel punto… Ma, dopo diversi anni, ho finalmente scoperto la verità.
In realtà, questo piano di cemento non nasconde nessun pozzo, non conserva i resti di nessun santo, non è una tomba ne un realizzatore di desideri. E’ un piano di cemento che venne creato tra la prima e la seconda guerra mondiale (non so ancora di preciso quando), e veniva utilizzato per poggiarci sopra il quadro della Madonna, dopo ore di pellegrinaggio. Era un appoggio.
Oggi non viene utilizzato più, in quanto oggi esistono le strade, che sono molto più agibili e meno stancanti. In passato invece, il pellegrinaggio si faceva via costa, sulla spiaggia e sull’argilla, camminando su fanghiglie scivolose, che rendevano molto più faticoso l’arrivo del quadro. In quel preciso punto poi, esisteva (visibile tutt’oggi) un sentiero che saliva dalla spiaggia fino ai terrenti. Il sentiero costiero infatti si interrompeva dato che la spiaggia inizia a lasciare il posto alle scogliere, impraticabili con un pesante quadro sulle spalle.
Dopo un ardua salita di circa 60-70 metri, sull’argilla scivolosa, con il peso sulle spalle, avere un appoggio per il quadro era una comodità per riposarsi un po’, prima di riprendere i restanti chilometri da percorrere. Ed essendo il basamento rialzato, si faceva pure meno fatica a riprendere il quadro (invece di poggiarlo a terra).
Oggi, si poggia una pietra a memoria della fatica che si compiva in passato. Esiste un appoggio identico (fatto con pietre di arenaria anziché con il cemento) proprio affianco la piccola chiesetta di Capo Colonna, creato per lo stesso motivo.
Un’altra cosa da sapere 🙂
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