Billa Gates (2012)
Bill Gates (2012)

Diversi anni fa (nel 2008), Bill Gates ci ha intrattenuto con un simpatico discorso. Il fondatore di Microsoft infatti ha spiegato durante il Forum Economico Mondiale di Davos un nuovo concetto di capitalismo, a cui tutti dovrebbero fare riferimento: il Capitalismo Creativo.

Stando a questa nuova forma di capitalismo, le aziende dovrebbero puntare innanzitutto ad avere una buona reputazione pubblica, contribuendo a missioni umanitarie, ed aiutando tutti ad essere in condizioni di poter usufruire della ricchezze disponibili. Il motore dell’economia dovrebbe essere il desiderio di aiutare gli altri, e gli scambi dovrebbero essere liberi. Il tutto finalizzato ad aiutare gli altri, ottenendone comunque un profitto.

Gates ci ha sempre affascinato con i suoi discorsi caritatevoli. Pensate che la Microsoft offre le sue versioni di Windows a prezzi scontati nei paesi poveri! Se questa non è voglia di aiutare gli altri…

Ci addentriamo ora in un mondo di contraddizioni, errori e oscenità: cos’è e cosa non è il Capitalismo, le idee liberal, la voglia di lucrare anche sui più poveri e la continua occultazione del mondo open source e free software.

Capitalismo e Profitto

Che viviate in Africa, in uno slug in India, ma anche se siete degli asceti Etìopi, se volete una copia di Windows, almeno legalmente, dovrete comprarla. E non importa se non avete mai visto un qualunque tipo di denaro in vita vostra, vi dovete adeguare per utilizzare questa ricchezza. Tutt’al più, potete ricevere uno sconto.

Il sistema capitalistico è basato sul profitto, e questo finalmente lo hanno capito anche i sassi. L’idea di rendere tutti partecipi degli sviluppi raggiunti dalla tecnologia è sicuramente un’idea nobile, ma perde ogni valenza quando nasconde la sua percentuale. Detta in un altro modo, quanto può essere nobile l’idea di voler guadagnare anche su persone che stentano a vivere? Vendendogli poi un prodotto non necessario, secondario, quale può essere un sistema operativo per PC.

Si presentano in questo caso diversi aspetti tipici del capitalismo: la Microsoft è un’azienda dominante nel settore, e stando al sistema più sei grande più sei imbattibile. Fattura milioni e milioni, e Gates è tra gli uomini più ricchi del mondo. E’ impensabile che non possano regalare anche solo un centinaio di copie all’anno, anziché scontarle. Windows (ed i prodotti Microsoft) sono frutto del lavoro di molte persone, e giustamente vanno pagati e riconosciuti come tali. Ed è giustissimo! Ma pretendere di dover “guadagnare a tutti i costi” (con degli sconti) mascherandosi dietro alla scusa di voler far provare a tutti la tecnologia, è una bastardata, un’ipocrisia, una falsità. D-M-D.

La ricerca del profitto va ben oltre la beneficenza, che sicuramente non esiste in casa Microsoft. I suoi prodotti hanno sicuramente contribuito allo sviluppo del mondo informatico e tecnologico, ma hanno un costo, e non tutti se li possono permettere. E se non te lo puoi permettere neanche con lo sconto, per te non si può fare altro. Ecco che Windows diventa un sistema virtualmente inaccessibile a chi non può permetterselo, ed il capitalismo fa il suoi gioco, escludendoti.

Usufruire delle ricchezze

Questa frase è già di per se una contraddizione: se le ricchezze stanno in mano di pochi, come ne fanno ad usufruire tutti? Se il capitale è Windows, tu lo puoi utilizzare solo acquistandolo, e non diventerà mai tuo, Windows resterà sempre un prodotto della Microsoft. Tu paghi il permesso di utilizzarlo. Nascono così le licenze, ossia i permessi per utilizzarlo a casa, in ufficio o in una scuola. Lo stesso prodotto, ma con dei permessi diversi, tutto finalizzato sempre al profitto. In questo modo, la stessa versione di Windows viene divisa in più sottoversioni, e viene modificata affinchè tu non possa utilizzare una versione Home in ufficio. La versione da ufficio ovviamente costa di più di quella domestica.

La ricchezza rimane nelle mani di Microsoft, che lucra su ogni minimo cavillo. In questo modo, tutti potranno provare Windows, e usufruiranno della sua “ricchezza intellettuale”, ossia usufruiranno della possibilità che gli offre Windows di mettersi in contatto con il resto del mondo (attraverso Internet) e di sviluppare le proprie idee tramite i software come Office e tutti gli altri strumenti di casa Microsoft. Ogni aggiunta, ovviamente, ha un costo. Tu puoi usufruire della ricchezza solo se la paghi. E’ un bene comune solo a chi può permetterselo.

Liberal, Concorrenza ed Open Source

Sebbene si ritenga che il concetto liberal sia alla base del capitalismo, questo si rivela l’esatto opposto. E’ vero, gli scambi dovrebbero essere liberi, ma un sistema capitalistico non permette e non garantisce la libertà di questi scambi. Detto in altri termini, mentre il liberalismo dovrebbe garantire cose come la concorrenza, il capitalismo non ne tiene conto, e garantisce solo ai pesci più grandi di espandersi sempre di più. E la Microsoft ne è un esempio lampante: Windows non è l’unico sistema operativo per computer, ma la maggior parte di persone conosce solo lui.

La Microsoft si impone sulle persone attraverso campagna pubblicitarie, marketing e leggende metropolitane (“Windows è il migliore“), ma sopratutto si impone con le installazioni presidiate sui nuovi computer. Solo di recente (a partire da metà 2012) stanno finalmente comparendo sul mercato i primi pc in vendita con sistemi Linux, con notevoli ribassi nei prezzi. Altra azienda che si impone parecchio e la Apple, che campa (in modo ancora peggiore) di stereotipi e cazzate a cui, purtroppo, molti abboccano.

Fondamentalmente, Microsoft ed Apple non si fanno concorrenza, anzi sono quasi alleate, nel senso che ognuna ha il suo mercato, la Microsoft sui PC e la Apple sui dispositivi mobili, ed ognuno resta fondamentalmente sulle sue. Certo, c’è il Windows Phone e l’iMac, ma sono prodotti secondari, spinti molto meno rispetto ai rispetti prodotti di punta come iPhone o Windows 8.

La vera concorrenza, almeno a livello software, è rappresentata dall’Open Source e dal Free Software, che hanno raggiunto una maturità incredibile. Purtroppo, verso di loro esiste una massiva campagna negativa, che pian piano si sta esaurendo. I progressi dei sistemi operativi Linux sono innumerevoli, esistono migliaia di distribuzioni che si adattano un po’ a tutti, e se nessuna ti soddisfa te ne puoi creare una tu. La differenza sostanziale sta proprio in questo, tu sei padrone di un bene (una distribuzione, un software) che non hai acquistato, perché quel bene è a disposizione di tutti. Se lo sai utilizzare, puoi prenderlo e usarlo, se non sai cosa sia, lo puoi lasciare li. Se trovi un modo per migliorarlo, e lo sai fare, puoi metterti al lavoro in tempi quasi immediati, e se hai idee ma non sai come implementarle c’è un team di sviluppo che prenderà in considerazione la tua idea. Ed il tutto in tempi relativamente brevi (che comunque variano in base alle distro ed ai team).

Ecco, questa è beneficenza, questo è usufruire delle ricchezze. Anche questo è lavoro, creato da uomini e donne, che a differenza del compenso in denaro, del profitto, ha un rientro maggiore. Un codice funzionale, ben fatto, messo a disposizione di tutti, può essere sviluppato in un progetto come Android, come GNU/Linux, come migliaia e migliaia di software gratuiti. E questo si può fare anche su Windows. Si lascia un’eredità alle persone che verranno, una consapevolezza, un bene che ha un valore, e chiunque sarà libero di monetizzare quel bene se sarà capace di fare qualcosa di interessante. E lo monetizzerà per se, senza dover pagare per poter scaricare i kit di sviluppo, o per avere accesso alla documentazione. L’unico investimento sarà il tempo.

Creativo?

La creatività è una dote innata dell’essere umano, e può essere espressa in tanti modi. Sicuramente, questa forma di capitalismo intesa da Gates è creativa nel modo in cui cerca di ottenere un profitto, è una creativa messa in scena. Ma nulla di più.

La creatività si esprime in tanti modi, con l’arte come con la programmazione, con la moda come con un film. O con le parole e le idee, che sono gratis. Il pittore deve pagare i suoi colori e la sua tela, in quanto beni materiali, ma quando dipingerà l’immagine che ha in mente otterrà un bene che non ha un valore economico vero e proprio. Noi diamo un prezzo all’arte, una cosa squallida dal mio punto di vista, definito secondo degli standard che cambiano spesso. Ma il quadro non ha un vero valore in denaro. Il suo unico vero valore, è la testimonianza della creatività di quell’uomo, che lascia quel dipinto ai posteri, che ne potranno ammirare la mano ed il disegno, ma anche lo stile con cui lo ha realizzato, la tecnica. Ed a loro volta, apprenderanno da quel dipinto, e ne faranno altri. E la magia si ripete. Così è anche per la musica, per la scultura, per i codici. Apprendiamo da quello che abbiamo in torno.

Il concetto è lo stesso in ambito informatico. Essere creativi non vuol dire aver frequentato scuole d’arte o corsi di programmazione, ne tantomeno la creatività nasce dall’adeguamento ad un sistema consolidato. Ognuno è creativo a modo suo. Questo mondo ci vorrebbe tutti uguali, e spesso è riuscito ad infinocchiarci.

In conclusione vi dico, che non può esistere un forma di capitalismo simpatica. Ne creativa. Ne tantomeno buona o caritatevole. Il capitalismo è ed è sempre stato un sistema volto a lucrare su ogni cosa, è un sistema che va ben oltre le giuste retribuzioni dovute a chi lavora. Gates è tra gli uomini più ricchi del mondo, ed è normale che ad uno come lui il capitalismo piaccia. Ma certe sparate potrebbero anche evitarsi…

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