Black Mountain. Un college oltreoceano si chiama così, ed anche un gruppo musicale. Cercando questi due termini in rete, i primi risultati saranno proprio il college, il gruppo, e simili. Ma Black Mountain è anche il nome di una brutta inchiesta, nata nel 2008, e che oggi, in data 16 Ottobre 2012, sembra essere conclusa nel nulla più astrale. Con mia profonda amarezza, ma pur sempre nell’indifferenza più totale.

In tal data, il Giudice dell’Udienza Preliminare, Gloria Gori, ha prosciolto tutti e 45 gli imputati in quanto il fatto non sussisterebbe. Cosa vuol dire questo? Che a Crotone non c’è stato nessun disastro ambientale. Nessuno smaltimento illecito di rifiuti nocivi e tossici. Che non è assolutamente vero che si è utilizzato questo benedetto Cubilot per fare strade, piazze, scuole e caserme. Figuriamoci poi tutto il resto, come l’avvelenamento dell’acqua o il sotterramento di materiale tossico nel Castello. Questi dati, tutti accertati fino ad oggi, ora sono cazzate.

Ci troviamo di fronte ad un bel dilemma. Cosa cazzo è successo allora? C’è solo stato troppo allarmismo, oppure è il classico esempio di come si insabbia tutto facilmente?

Se si fosse trattato solo di eccessivo allarmismo, io mi chiedo allora perché non sia stato riportato tutto nella norma, in tempi relativamente brevi. Se era tutto ok non si sarebbero fatti controlli un po’ ovunque. Non si sarebbe accertata la percentuale di tossicità di varie zone della città (percentuale che esiste). La scuola di San Francesco sarebbe rimasta aperta, e non si sarebbero trovate rifiuti da smaltire in costruzioni recenti, come la Questura della Polizia. E non si sarebbe trovato nemmeno quell’impasto di cemento e polveri nel Castello. Ecc, ecc, ecc. Insomma, se era solo eccessivo allarmismo, credo, per logica, che avremmo trovato meno cose di cui preoccuparci.

Ma non è andata così. Le prove ci sono eccome. E sono anche esposte alla luce del sole, in bella vista. Tutti possiamo andarci a sedere su una “comoda” panca di Cubilot sul lungomare. O possiamo visitare il castello e vedere, sotto la pavimentazione moderna, uno strato di cemento anomalo, che contiene rocce spuntute di varie dimensioni. Le altre prove sono meno visibili, e si trovano nei muri delle costruzioni e nell’asfalto delle strade (queste ultime fatte pure male, senza alcun criterio di costruzione. Oltre al danno, la beffa). Senza contare tutte quelle sotterrate così, senza problemi, in qualche timpa, e tutte quelle sparse per i campi, o quelle disperse in mare. E poi, le voci su dove siano finite queste sostanze (per lo più polveri sottili, ma presenti anche sotto forma di rocce non molto grandi) circolano da anni, e vagano nella fantasia di chi le racconta.

Come dicevo ad inizio articolo, scrivendo Black Mountain in un motore di ricerca, si ottengono molti risultati, e dopo un po’ si ottiene anche quello che stiamo cercando. Basta leggere le inchieste e le carte ufficiali dei processi, per capire, senza alcuna ombra di dubbio, che la città di Crotone versa in uno stato non del tutto roseo. Non siamo in una situazione tragica e melodrammatica, ma siamo in una situazione difficile, e sicuramente nociva per una parte della popolazione.

Tutta la gente che dal 2008 tanto fece per avviare un’inchiesta, a distanza di qualche anno si rende conto che quello che hanno detto, sostenuto, dimostrato e sottolineato, è falso. E finisce così.

Ma d’altra parte, si possono condannare persone come Senatore, Iritale e Riganello? No. Si possono condannare gli ex dirigenti della Pertusola Sud? No. Si può condannare l’ex ministro Ronchi? Ma certo che no, che domande. E i prefetti? Macché. La Syndial almeno? No. Sono tutti innocenti. E sono stati prosciolti dai reati che abbiamo citato ad inizio articolo. E sopratutto, non sapevano assolutamente nulla di tutto ciò.

Le aree sequestrate? Che siano nuovamente libere e fruibili, che tanto sotto non c’è nulla di pericoloso. L’avvelenamento dell’acqua per infiltrazione di materiale nocivo nelle tubature (fatte male) sotto l’asfalto (che contiene Cubilot)? Non si può dimostrare, è troppo assurda come cosa. E tutto il CIC utilizzato per le costruzioni? Le analisi le avranno fatte male, non c’è Conglomerato Idraulico Catalizzato nei muri. I carotaggi che hanno fatto per tutta la città, dimostrando quasi sempre che poco sotto i 2 metri c’è un mix di materiali nocivi? Sempre analisi fatte male, non c’è nulla.

E intanto, in giro c’è silenzio. Poche notizie vengono profuse, per ora, sull’argomento. Forse domani lo titoleranno i giornali, e nei bar ci sarà un gran parlare. Ed il discorso si perderà nel nulla. Perché tanto siamo vivi, e continueremo a vivere. Ogni anno il mare è sempre più inquinato, ma il bagno lo andiamo a fare sempre, e solo ai più giovani prendono le infezioni. Noi abbiamo la scorza ormai. E forse la scorza la faremo pure con il Cubilot. Ci siamo riusciti con il Mercurio in fondo, che da non so quanti anni ingeriamo con il pescato locale.

E chi muore di cancro? Non ci interessano i malati in dialisi, figuriamoci un altro malato terminale.

Cos’è questo? Un altro giorno di ordinaria follia. Nel vero senso della parola.

Cosa si farà? Non lo so. Credo nulla.

Cosa ne sarà? Chi vivrà, vedrà…

Una risposta a “Black Mountain? Non è mai successo nulla”

  1. […] Un boccone amaro, quello della conclusione dell’indagine senza colpevoli, ancora oggi duro da mandare giù. Le prescrizioni dei reati, il proscioglimento degli imputati ed il successivo smarcamento da ogni responsabilità di ENI e Syndial, hanno favorito un clima d’odio nei confronti della grande multinazionale, ancora oggi più vivo che mai. […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.