La Nanyang Technological University di Singapore l’ha fatta grossa. Con l’aiuto degli sviluppatori della I2R hanno realizzato un chipset all’avanguardia, composto da un ricetrasmettitore in radiofrequenza, un processore baseband ed una antenna. Cos’ha di speciale questo chipset? Si pone come il successore del Bluetooth, garantendo prestazioni sensazionali. Anzi, incredibili!

Che lo standard Bluetooth sia obsoleto è risaputo da tempo. È stato sostituito al vecchio wireless ad infrarossi, ma non con grandi migliorie. Questo nuovo Virtus, a differenza di tutti i suoi concorrenti, utilizzando una particolare frequenza, riuscirebbe a trasferire dati alla velocità (tenetevi forte) di ben 2 Gbps!

Analizzando le poche informazioni arrivare fin’ora, questo nuovo Chipset sarebbe applicabile alle tecnologie mobili, quindi a cellulari, smartphone, palmari e quant’altro. Sarebbe ben 1000 volte superiore in velocità rispetto al Bluetooth, e risparmierebbe pure energia nel trasferimento di dati. Sono forniti in rete dei dati di esempio, come “Trasferisce 80 mp3 in mezzo secondo” o “Trasferisce un DVD da 8 GB in mezzo minuti“. Queste affermazioni sono ovviamente da scartare subito. Si parla di queste velocità che sono esclusivamente a livello teorico.

Come detto sopra, il chipset utilizza una particolare frequenza. Diversi siti l’hanno chiamata mm-wave, ma questa sigla dice poco e niente. Entriamo nel campo delle EHF (Extremely High Frequency), ossia di frequenze particolari. La sigla mm-wave sta per MilliMeter Wave, ossia Onda Millimetrica. Come si capisce dal nome, stiamo parlando di frequenze altissime, e la distanza tra le varie onde in questa frequenza sta, appunto tra 1 e 10 millimetri (compresi tra i 30 e i 300 GHz). Estremamente alta è dire poco!

Per avere un’idea della potenza di queste onde, vi basti sapere che sono i canali utilizzati per le comunicazioni satellitari. Utilissimi nello spazio, perché diminuiscono il tempo di attesa.

La NTH ha ben pensato di utilizzare questo standard per le comunicazioni mobili, sbaragliando la concorrenza, e presentando uno standard che si dava ormai per deceduto (quello dell’infrarosso). Per ora, l’università ha ottenuto diversi brevetti per questo suo contributo, ma prima di vedere questa “nuova” tecnologia sui nostri cellulari, passerà del tempo.

Concludo con una curiosità mia. Un satellite dista dalla terra tra i 500 e i 1000 km. Credete che sia possibile, con questa nuova tecnologia, inviare un file ad una persona che si trova a questa distanza da casa nostra? 😀

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