La prima sera serena
La prima sera serena

Tornare da casa è sempre traumatico. Mentre per qualcuno è una liberazione, la fine di una vacanza attesa ma non troppo voluta, per me rappresenta l’ennesimo punto di distacco da ciò che mi interessa. Per quanto ci siano infiniti modi per studiare la propria terra dall’estero, non saranno mai come l’attività sul posto. Ma vabbè. Sono comunque felice, perchè, come vi dicevo, per la prima volta ci siamo portati dietro un’amica Francese. Non di un’altra parte d’Italia, di un’altra parte d’Europa. Ok che la Francia è qua dietro, ma cercate di capire l’enfasi. E poi, era anche la prima volta che veniva in Italia.

La sua presenza mi è servita parecchio, sopratutto per giudicare la città sotto un fattore che si ritiene fondamentale: il turismo. Non iniziate a pensare che “dopotutto è Febbraio”, perchè, come vedremo, il periodo centra poco. Inoltre, ho potuto assistere a tutta una serie di considerazioni negative e positive sul nostro “modo di essere”, una cosa tanto vaga e diversa per ognuno di noi che mi riesce sempre difficile da definire.

In definitiva, il viaggio le è piaciuto, e la città pure. Ha apprezzato quel poco sole che ha visto, così come il cibo. Le ha fatto piacere parlare con le nostre famiglie, ed è riuscita a masticare un bel po’ di Italiano molto in fretta, tanto da poter parlare da sola senza bisogno di traduttori. Ci ha fatto ridere, ed anche riflettere su delle problematiche cittadine (e spesso anche sociali) che abbiamo sempre sotto gli occhi ma che non riusciamo a vedere. Almeno al sottoscritto.

Partiamo dal presupposto che le province sono province e le metropoli sono metropoli. Crotone ovviamente rientra nella prima categoria, ed è dunque sistematicamente affetta da tutti i “difetti” del caso. Non importa in che parte d’Europa vi troviate, ma una città di provincia non sarà mai collegata più del dovuto, non sempre avrà dei locali aperti tutta la notte o dei supermarket notturni, e così via. Parliamo di servizi, e di conseguenza di tutto quello che viene messo a disposizione del cittadino o del turista. In questo caso, il turista è una ragazza giovane, che viaggia e gira il mondo più volte l’anno, e che viene da una realtà simile a quella della nostra bella città.

Troppo spesso ci perdiamo a parlare di turismo. Ah, che turismo potrebbe esserci, a Crotone! Purtroppo però ci fermiamo qui, e non andiamo mai oltre, non arriviamo mai a chiederci come o perché dovrebbe esserci. Questo è stato il mantra del viaggio. Questa ragazza in fondo c’è venuta, a Crotone, solo perchè l’abbiamo invitata. Ma è stata lei stessa a dirmi che non avrebbe avuto altro motivo per venire. E poco importano i giri a Le Castella o a Capo Colonna. Queste cose, ahimé, non interessano a tutti, o comunque interessano giusto i primi istanti, quando si rimane stupidi nel sentire date e nomi di civiltà lontane.

Ma partiamo con le osservazioni negative. Principalmente, riguardano l’aspetto turistico della città, con il triste epilogo che “senza di voi, non avrei saputo che fare“. E a ben guardare, è vero.

La giovane si è lamentata di parecchie cose, partendo dalla mancanza di segnaletica dedicata: sebbene le avessimo indicato dove si trovasse il castello, avrà visto solo un segnale stradale per raggiungerlo, indicativamente. Questa è una cosa sotto gli occhi di tutti, dato che mentre noi sappiamo dove andare, un turista, da solo, non arriverebbe lontano.

E’ vero, potrebbe chiedere informazioni. Purtroppo, abbiamo incrontrato pochissime persone che parlassero inglese, anche tra i commercianti. Quindi, a meno di conoscere l’Italiano, la situazione si fa ancora più complicata.

Potrebbe usare internet per aiutarsi. Però, come io stesso ho avuto modo di constatare, la città non è molto coperta sotto questo aspetto, anche se, sapendo qualche trucchetto, si riesce ad usare più di qualche rete. Nulla che un turista alla prima esperienza possa sapere.

Mettiamo il caso che abbia capito, magari tramite internet, dov’è Capo Colonna. Come ci va? Beh, noi sappiamo che c’è qualche corsa di Romano che ci arriva, ad orari tra l’altro poco comodi. Ma ad ogni modo, i cartelli degli orari dei bus sono scritti solo in Italiano, rendendo difficile anche solo l’individuazione della destinazione. Inoltre, l’Agenzia Romano, che gestisce anche la rete urbana dei trasporti pubblici, non ha segnalato le fermate e le corse su servizi come Google Maps, rendendo di fatto impossibile individuare una fermata via internet. Ok, io ho fatto quello che potevo su OSM, ma non è il servizio più usato. Ho anche chiesto, più volte, all’Agenzia Romano di fornirmi dettagli di fermate, tratte e corse dei bus per segnalarli sulle mappe, ma niente. Pazienza.

Ci sono però gli infokiosk, vero? Quei gazzebi/magazzini dove in genere risiedono proloco e punti informativi sulla città. Beh, ni. Perché a Crotone c’è la sede della Proloco, ma è quasi sempre chiusa. Sono anni ormai che combatto contro questa cosa, dato che anche a me farebbe piacere ricevere una mappa della mia città, ma non posso. E quelle che esistono, sono parecchio inutili e fatte male.

Inoltre, non c’è materiale informativo neanche nelle edicole. Non c’è modo di reperire documenti, volantini o informazioni su cosa fare se si è in visita nella città. Nulla, neanche a pagarlo. Solo alcune attività, quasi tutte in centro, hanno qualcosa al riguardo, ma sono troppo poche, e spesso anche piuttosto nascoste.

Insomma, un eventuale turista che trova un citybreak a Crotone, che potrebbe fare? Dovrebbe attrezzarsi bene. Perchè si, a Febbraio la città è morta, e non c’è la vita che c’è in Estate. Ma questa non può essere una scusante o una giustifica per tutte queste carenze. Un ipotetico turista che approda in città in un altro periodo dell’anno (ossia, durante la maggior parte dell’anno, dato che l’estate sono solo 3 mesi) che fa? Si attacca? Bell’esempio di turismo.

Oltre a ciò, dobbiamo anche calcolare cosa offriamo. L’itinerario storico-archeologico di Crotone è vastissimo, e lo sappiamo bene. Ma basta a giustificare una visita nella nostra città? Basta un giro al Castello di Carlo V e ai reperti di Capo Colonna per far venire qui una famiglia, una coppia, o anche solo uno studioso?

Non credo proprio. Bisognerebbe essere virtuosi sotto un qualche aspetto. Altrimenti, resteremo solo l’ennesima città di provincia, che pensa di avere un bel mare o una bella valle, e che questo basti a far venire gente da fuori. E questo, dovremmo averlo imparato, non succederà mai.

Con una guida esperta e due giovani avventurosi, la francese si è tenuta impegnata. Ha visto molto, anche a livello di educazione cittadina. Ed ha avuto da ridire su parecchie cose, dai parcheggi in seconda e terza fila fino ai lanci di spazzatura. Tuttavia, le ha fatto piacere venire a Crotone, ed è stata lei stessa a proporci di andare in estate. Sa che è la benvenuta. E sa che le abbiamo promesso molto, molto di più dalla nostra città. Il suo massimo potenziale. Ed è in attesa di vederlo.

In fondo, lo siamo un po’ tutti 😛

3 risposte a “Visti da fuori”

  1. […] intervento infatti risaliva al lontano 2008, e la carenza di segnaletica rappresentava un problema (ne parlai tempo fa, quando invitai una mia amica francese in […]

  2. […] non troverete alcuna indicazione stradale per arrivarci. Non esistono uffici o box informazioni (ne avevo già parlato), e oltre al vago segnale presente in Piazza Pitagora, non troverete altro. E l’idea di […]

  3. […] che dovrebbe essere per davvero il settore turistico. Ho parlato più volte di come sembriamo visti da fuori, e quest’anno, in una sola giornata, ne ho avuto la riconferma: turisti Italiani e Stranieri […]

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